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I primi tre anni di Steven Zhang alla presidenza dell’Inter

Steven Zhang celebra i tre anni da presidente dell’Inter senza però purtroppo poter stare vicino, almeno fisicamente, alla squadra. Il giovane rampollo della famiglia Zhang è in Cina e segue da lontano le vicende della sua squadra, alle prese con una profonda ristrutturazione dopo la gioia del diciannovesimo scudetto conquistato a maggio. Noi di Passione Inter abbiamo deciso di fare un’analisi dei suoi primi tre anni da presidente che hanno portato i nerazzurri a vincere uno Scudetto a 11 anni dall’ultimo tricolore.

I predecessori nei primi tre anni di presidenza

È doveroso partire con questa lunga analisi della gestione Zhang, facendo prima un confronto con le precedenti proprietà nerazzurre. Massimo Moratti acquistò l’Inter il 18 febbraio 1995, dopo quattro mesi di trattative con il presidente uscente Ernesto Pellegrini. Circa 60 giorni dopo, il 12 aprile, Moratti fu eletto presidente del club. La squadra nerazzurra, nel primo triennio morattiano arriva dalla vittoria in Coppa UEFA ma i risultati in patria non furono altrettanto felici: il compito di Moratti non era dei più facili, dovendo combattere, come poi emerse, anche contro un sistema.

I primi acquisti di Moratti: i due argentini Rambert e Zanetti. In mezzo, Giacinto Facchetti

Il primo acquisto dell’era Moratti – come nelle migliori sceneggiature di un film – fu Javier Zanetti, l’uomo che quindici anni dopo avrebbe alzato nel cielo di Madrid la terza Champions League della storia dell’Inter. Le premesse all’inizio della gestione erano però ben diverse: nelle prime tre stagioni ci fu una progressiva crescita di risultati in campionato e in Europa. Il settimo posto in campionato del primo anno fu seguito da un terzo e poi un secondo posto.

Ronaldo in un’amichevole contro il Manchester United nel luglio del 1997

L’acquisto di Ronaldo nell’estate del 1997 – uno dei momenti chiave della presidenza Moratti – fu il preludio alla conquista della Coppa UEFA, vinta nel maggio del 1998, che chiuse nel migliore dei modi il primo triennio Morattiano. Sarebbe passata però un’eternità prima di poter finalmente spiegare le ali e vedere l’Inter di Moratti volare veramente.

Il 15 novembre 2013 il testimone passò a Erick Thohir. E anche qui il lavoro non fu dei più semplici (il valore della rosa nerazzurra era di 292,65 milioni di euro). L’Inter, dopo la vittoria del Triplete, stava attraversando un lento declino: nella precedente stagione arrivarono noni in campionato. Il peggior piazzamento degli ultimi 20 anni. Il passaggio a Thohir non provocò però nessun cambiamento, anzi. L’obiettivo numero uno della presidenza Thohir era quello di tornare in Champions League, per rialzare bilanci caduti in sciagura: ma senza riuscirci. L’ottavo posto della stagione 2014/2015, coinciso con l’unica partecipazione europea ed un eliminazione agli ottavi di Europa League contro il Wolfsburg,  fu uno dei punti più bassi della storia recente interista. Il (quasi) triennio di Thohir si concluse con il discreto quarto posto (che allora valeva l’accesso diretto ai gironi di Europa League) targato Roberto Mancini. Forse qualcosa stava cambiando.

L’arrivo della famiglia Zhang

Nell’estate del 2016 Suning, con a capo la famiglia Zhang, acquistò l’Inter. Due anni dopo, il 26 ottobre del 2018, Steven Zhang divenne ufficialmente il nuovo presidente del club. In questi tre anni i risultati in campo sono stati gradualmente sempre più soddisfacenti, tanto quanto gli investimenti sul mercato. Almeno fino alla scorsa estate. Un riepilogo degli acquisti più costosi e delle cessioni più onerose nell’intera gestione di Steven Zhang dal 2018 (dati Transfermarkt):

Gli acquisti record

  • Romelu Lukaku: 74 milioni di euro
Nicolò Barella premiato come miglior centrocampista della stagione 2020/2021
  • Nicolò Barella: 44,50 milioni di euro

  • Achraf Hakimi: 43 milioni di euro

Le cessioni record

La gestione Zhang e specificatamente quella di Steven, ha speso moltissimo per migliorare il rendimento della squadra. Tuttavia la pandemia da Covid, unita alle misure restrittive del Governo cinese sugli investimenti “superflui” all’estero, ha tagliato le gambe a Suning. La profonda crisi degli ultimi mesi ha costretto il club a limitare l’emorragia economica privandosi delle proprie pedine migliori a prezzi esorbitanti. Ciò nonostante, pur reinvestendo quanto guadagnato in minima parte, il club sembra essere riuscito a rimanere competitivo. Ecco le cessioni da record dell’attuale presidente, tra le più remunerative di sempre non solo per i nerazzurri, ma nella storia dell’intera Serie A.

Lukaku al Chelsea
  • Romelu Lukaku: Ceduto al Chelsea per 115 milioni
Hakimi
  • Achraf Hakimi: Ceduto al PSG per 60 milioni
Icardi al PSG
  • Mauro Icardi: Ceduto al PSG per 50 milioni

LE FORMAZIONI DELL’ERA STEVEN ZHANG

2018/19

A seguito della nomina ufficiale di Steven Zhang del 26 ottobre 2018, l’Inter di Luciano Spalletti vinse convincendo per 3-0 sulla Lazio il 29 ottobre 2018, festeggiando così il nuovo patron. Questa la formazione tipo di quella stagione:

4-2-3-1: Handanovic; Vrsaljko, De Vrij, Skriniar, Asamoah; Brozovic, Vecino; Politano, Nainggolan, Perisic; Icardi. All. Luciano Spalletti.

2019/2020

Secondo anno del giovane Zhang alla presidenza e primo anno di Antonio Conte alla guida dell’Inter dopo la rocambolesca qualificazione in Champions League dell’anno precedente. Durante la campagna acquisti i nerazzurri, dopo l’addio a Icardi, trovano in Lukaku il nuovo faro della squadra. Nonostante l’eliminazione dalla Champions ai gironi, i nerazzurri, nonostante il lungo stop per la pandemia a metà stagione, riescono a terminare il campionato secondi ad un solo punto dalla Juventus e ad arrivare in finale di Europa League, persa poi in maniera rocambolesca contro il Siviglia.

3-5-2: Handanovic; Godin, De Vrij, Bastoni; Candreva, Barella, Brozovic, Gagliardini, Biraghi; Lautaro Martinez, Lukaku. All. Antonio Conte.

2020/21

Adesso tocca alla formazione tipo utilizzata da Antonio Conte la scorsa stagione nell’annata che portò allo scudetto, senz’altro la migliore che si sia mai vista durante la presidenza Suning. Con l’innesto di campioni come Hakimi ed Eriksen, l’Inter non poteva far altro che tornare a volare alto:

3-5-2: Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Perisic; Lukaku, Lautaro. All. Antonio Conte.

2021/22

E chiudiamo con lo schieramento base adottato da Simone Inzaghi in questa prima parte di avventura sulla panchina nerazzurra, dopo i discussi addii di Antonio Conte, Romelu Lukaku ed Achraf Hakimi:

3-5-2: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Darmian, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro. All. Simone Inzaghi.

COME SI È EVOLUTO IL VALORE DELLA ROSA

Riprendendo il valore della rosa dell’Inter negli anni, vale a dire la somma dei cartellini dei calciatori che la compongono, si evidenzia un’evoluzione impressionante soprattutto in riferimento alla scorsa annata quando, con la conquista dello scudetto, il valore della rosa lievitò vertiginosamente. In questi numeri si evidenzia lo straordinario lavoro del gruppo Suning, sia grazie ad interventi mirati sul mercato che con la valorizzazione delle risorse interne.

Da un valore della rosa che alla stagione 2017/2018 (l’ultima pre Steven Zhang) ammontava a 486,33 milioni di euro, il presidente è riuscita a farla esplodere fino ai 525,90 milioni dell’attuale organico allenato da Simone Inzaghi. Impressionante però il dato che riguarda la scorsa annata con Antonio Conte in panchina, quando con Romelu Lukaku e Achraf Hakimi il valore totale dei cartellini era arrivato a 661,35 milioni di euro, cifra record negli ultimi anni e di valore assoluto anche a livello europeo.

IL SALDO SUL MERCATO DAL 2018 AD OGGI

Quella appena trascorsa è stata senz’altro una delle estati più complicate sul profilo economico del gruppo Suning e non è un caso che sia stato registrato il record negativo per quanto riguarda la spesa sul calciomercato. Nell’ultima finestra la famiglia Zhang ha investito in entrata 36 milioni di euro, cifra lontanissima ad esempio dai 191,72 della prima Inter di Antonio Conte e anche da quanto incassato dalla cessioni dell’ultima sessione. Ad ogni modo, sommando le uscite sul mercato dall’estate del 2016 ad oggi, il gruppo asiatico ha speso un totale di 731,22 milioni di euro, di cui 433,82 dall’avvento di Steven Zhang nel 2018. Questo il resoconto per ogni stagione dell’attuale presidente, con entrate, uscite e saldo finale:

  • Stagione 2021/22: Spese 36 milioni, Entrate 197,05 milioni = Saldo Finale: +161,05 milioni
  • Stagione 2020/21: Spese 108,50 milioni, Entrate 82,55 milioni = Saldo Finale: -25,95 milioni
  • Stagione 2019/20: Spese 191,72 milioni, Entrate 66,19 milioni = Saldo Finale: -125,53 milioni
  • Stagione 2018/19: Spese 97,60 milioni, Entrate 86,60 milioni = Saldo Finale: -11 milioni

TUTTI GLI ALLENATORI DELL’ERA ZHANG

Da Roberto Mancini, anche se per pochissime settimane, passando per Antonio Conte fino all’attuale tecnico nerazzurro Simone Inzaghi, vediamo tutti gli allenatori dell’era Zhang:

  • Luciano Spalletti 01.07.2017 – 30.05.2019
  • Antonio Conte 31.05.2019 – 26.05-2021
  • Simone Inzaghi 03.06.2021- in carica

TUTTI I SUCCESSI OTTENUTI

A questa voce, purtroppo, l’unico vero grande successo ottenuto sotto la presidenza degli Zhang è lo scudetto dello scorso anno conquistato con Antonio Conte in panchina. Un risultato senz’altro di un’importanza colossale visto che sanciva tra le altre cose anche la fine dell’egemonia della Juventus in Italia, ma che riportava soprattutto il club nerazzurro alla conquista di un titolo nazionale dopo un decennio disastroso.

Non vanno comunque dimenticati i grandi meriti di Luciano Spalletti, allenatore che ha probabilmente gettato le basi verso la conquista del 19esimo scudetto riportando l’Inter in Champions League nei due anni in cui ha avuto la possibilità di allenare la formazione nerazzurra dopo diverse stagioni fuori dall’Europa che conta. Da sottolineare anche la finale persa in Europa League nell’agosto 2020 sempre con Conte in panchina, nello sfortunato 3-2 contro il Siviglia di Lopetegui.

Per certi versi, considerando che Moratti vinse la Coppa UEFA dopo tre anni e qualche mese di presidenza, si può dire che Steven Zhang abbia fatto qualcosa di simile, almeno come risultati sportivi del primo triennio.

Poi è ovvio che la presidenza Moratti è stata estremamente lunga e, col tempo, redditizia e vincente, quindi il paragone è ancora in evoluzione. Purtroppo quello che sta succedendo negli ultimi mesi a causa della grave crisi finanziaria di Suning, rischia di rovinare quanto di buono fatto sinora da Zhang, un ragazzo che nonostante tutto ha veramente a cuore i colori nerazzurri. La distanza forzata non è mai un bene però e a tanti tifosi non fa piacere avere un presidente “fantasma” confinato chissà dove in Cina, lontano fisicamente dal polso effettivo della squadra. Senza contare i dolorosissimi addii estivi, che verrebbero metabolizzati solo con un altro Scudetto: un risultato inferiore verrebbe sicuramente da molti imputato proprio al gruppo Suning.

La vera pecca della gestione di Steven Zhang finora, anche se è difficile trovare una colpa da rivolgere direttamente a lui, sono stati i risultati deludenti in Champions League. Certo, dopo tanti anni la squadra è tornata a calcare il palcoscenico europeo più importante con continuità, ma lo scoglio dei gironi, anche quando sembra abbordabile, viene puntualmente fallito sul più bello. Ma d’altro canto, anche se non sportivamente, che l’Inter sotto la sua guida abbia comunque acquisito più importanza e respiro internazionale è fuori di dubbio. Gli sponsor fanno a gara per avere uno spazio sulla maglia (il record di incassi per gli spazi sulla maglia scudettata ne sono una conferma), il brand nerazzurro è in continua espansione ed il nuovo logo è la base di partenza per un futuro sempre più moderno. A fare la differenza ora non resta che sbloccare la questione stadio. Se Steven Zhang riuscisse dove i suoi predecessori hanno fallito, potrebbe veramente entrare di diritto nel novero dei presidenti più influenti della storia nerazzurra, oltre ad esser già il più giovane presidente della storia dell’Inter ed il primo numero uno straniero a vincere uno scudetto. Un nuovo stadio per l’Inter è essenziale per tornare a volare veramente in alto.

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